MOTIVAZIONE NELLO SPORT (E NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI)

Quant’è importante la motivazione nello Sport?

Per trovare la risposta che fa al caso nostro, possiamo partire dal contesto sportivo e costruire un naturale parallelismo, quindi chiederci in generale quanto la motivazione sia importante nella vita di tutti i giorni. In questo senso, ci accorgeremmo che lo Sport rappresenta la vita in maniera circoscritta e “artefatta”.

Grazie alla psicologia, che inizia ad occuparsi della motivazione intesa come “comportamento motivato” (pulsione), possiamo affermare, in maniera chiara ed esaustiva, che la motivazione è l’espressione di dinamiche che inducono un individuo ad una determinata azione. Un aspetto diventa subito evidente: la motivazione è un’astrazione, quindi un processo rilevabile solo indirettamente, e a consentirne l’osservazione è la valutazione del comportamento ad essa legato.

Il rapporto che ognuno di noi ha con una qualsiasi attività fisica e/o sportiva è fortemente influenzato dalla componente motivazionale. Ogni volta che decidiamo di intraprendere un’attività, così come quando decidiamo di interromperla, abbiamo sempre un motivo, che può essere più o meno conscio e che alimenta il nostro comportamento. Appare dunque evidente come la motivazione sia un fattore squisitamente psicologico, che ha una forte relazione sia con il riuscire a svolgere con continuità un’attività, sia con la probabilità che svolgendola ci porti dei benefici tangibili e non diventi, invece, un’inutile occupazione giornaliera di quelle che accrescono un corrosivo senso di insoddisfazione.

Beninteso che quando parliamo di chi pratica un’attività fisica e/o sportiva facciamo riferimento a tutti i praticanti a prescindere dal loro livello di prestazione; fermo restando che è più probabile che lo sportivo professionista sia informato su talune tematiche psicologiche che influiscono sulla sua attività e che il resto della “popolazione sportiva” ne sia a digiuno. A maggior ragione in una logica di promozione dell’attività sportiva e fisica, che porta una serie di benefici sia al nostro corpo (prevenzione di infarti cardio-vascolari, dolori posturali, traumi osteo-articolari, ecc…) sia alla nostra mente (percezione di auto-efficacia, azione anti-stress, ecc..), ci sembra importante approfondire il rapporto Motivazione e Sport.

“Quante volte mi sono sentito in grado di poter raggiungere un qualunque obiettivo con l’impegno necessario, e quante volte è prevalsa la paura di fallire e di essere giudicato?”. Nel caso in cui ci siamo sentiti spesso nella seconda condizione è utile tenere presente che nello Sport come nella vita “non provare” e “non mettersi in gioco” per paura di fallire, alimenta un circolo vizioso per cui non si fa nulla proprio per evitare di sbagliare e così facendo aumenta la percezione che abbiamo di essere incapaci e di essere considerati dagli altri come persone di scarso valore.

Interrompere questo cerchio è possibile e può sembrare estremamente semplice o al contrario impossibile. La soluzione è iniziare a fare, mettendo in conto che non riuscire è una possibilità ma non l’unica.

In un’intervista, alla domanda “se lo sport aiuti alla vita o se ne sia solo una parentesi”, Valentina Vezzali risponde così: “È la più grande metafora della vita: ti porta sempre ad affrontare nuovi ostacoli, ti insegna a imparare e a reagire, aspettando la prossima volta“. Questa è la testimonianza di chi, accettando varie sfide che hanno portato successi ed insuccessi, è riuscita nel tempo a sentirsi una persona migliore, più capace e maggiormente in grado di far fronte agli imprevisti della vita. In casi come questo, lo sport può essere veramente considerato una palestra di vita. E noi abbiamo la stessa voglia di affrontare la vita?

La motivazione personale parte in primo luogo dall’interiorità di ogni persona, ma può essere ulteriormente favorita dall’intervento esterno di alcune figure (genitori, insegnanti, datori di lavoro).

Per quanto riguarda l’ambito sportivo, la motivazione è una costante che viene attivata dal gioco e dall’agonismo. Il gioco, solitamente considerato un’attività puramente infantile è in realtà una esigenza fondamentale per ogni persona, a prescindere da cultura, età ed epoca.

Il gioco rappresenta il punto di partenza per la maturazione cognitiva e lo sviluppo mentale ed emozionale di ogni individuo. A differenza di tutti gli altri giochi, lo sport è legato in maniera imprescindibile all’agonismo.

La psicologia dello sport sostiene che la motivazione si tiene viva attraverso incentivi estrinseci (ricompense esterne) ed intrinseci (la crescita personale).

Se l’atleta è motivato intrinsecamente, l’attività sportiva viene portata avanti con costanza e impegno. Diversamente, le ricompense esterne mettono in primo piano il premio piuttosto che il risultato personale.

Le gare sportive sono un importante banco di valutazione della propria crescita e del proprio impegno: il ruolo dell’allenatore è fondamentale per trasmettere al praticante il vero significato del premio. La lode sarà relativa non alla vittoria bensì all’impegno

Secondo i motivatori sportivi, una tecnica che si è rivelata particolarmente proficua (anche per il miglioramento atletico) è quella dell’immaginazione.

Questo metodo è stato dimostrato intorno agli anni 70 e sostiene che alternare allenamenti reali e immaginati aumenta considerevolmente la qualità delle prestazioni. A questo proposito risulta utile guardare gli allenamenti, le gare sportive svolte da altri, i video delle proprie performance.

Si tratta di occasioni in cui è possibile evidenziare difetti e spunti per migliorarsi. Pensare allo sport e all’allenamento contribuisce all’auto-motivazione e favorisce la sensazione di appartenenza ad un mondo di cui si è assoluti protagonisti.

Lo sport consente di esprimersi al meglio sotto l’aspetto motivazionale, che può essere relativo (oltre che all’agonismo) anche a fattori secondari. Tra questi, ad esempio, l’emotività, il desiderio di comunicare e stare in contatto con gli altri, alla voglia di emulare i risultati dei migliori per rafforzare il proprio valore, la necessità di trovare una propria identità e un proprio ruolo sociale, la volontà di ricevere rispetto, ammirazione e popolarità.

La motivazione è certamente un elemento chiave per l’avvicinamento alla pratica sportiva, l’apprendimento di gesti tecnici e la prestazione ottimale. Tuttavia occorre tener presente che la motivazione non è l’unica variabile ad incidere sul comportamento. Nel valutare i risultati dell’attività fisica e la ricerca o meno della pratica sportiva, bisogna tener conto anche di fattori fisiologici, sociali, medici, economici ecc…

Vi abbiamo motivato abbastanza? Ah già! siete già corsi in palestra 😉

BIBLIOGRAFIA: www.chiarafrancesconi.it/letture,  www.in-formazione-psicologia.com , www.uisp.it