L’alimentazione vegana: da dove viene e cosa dice la scienza
La dieta vegana è una variante di quella vegetariana. Mentre i vegetariani si limitano a non mangiare né carne né pesce, i vegani si astengono da tutti i cibi che contengono prodotti di derivazione animale, quindi anche latte, formaggi, uova, miele, ecc. Poi naturalmente tantissime persone adottano le più diverse varietà e sfumature di dieta. Il veganesimo si spinge anche al di là delle abitudini alimentari: il vegano generalmente non usa vestiti di lana e seta, scarpe, borse e divani di pelle, o cosmetici testati sugli animali.
Secondo i dati Eurispes 2019 il 5,4% degli italiani è vegetariano, in calo rispetto al 2018 dello 0,8%; e il 4,9% ha sperimentato e poi abbandonato tale stile alimentare. Mentre l’1,9% è vegano (+1% rispetto al 2018). Complessivamente gli italiani vegetariani e vegani sono stabili al 7,3%, a conferma di un dato pressoché stabile rilevato negli ultimi sei anni. La dieta vegetariana e vegana sono quindi considerate a tutti gli effetti abitudini alimentari consolidate e ben radicate nel nostro Paese.
Un po’ di storia sul Veganesimo
Si dice che la storia del veganesimo come movimento abbia una precisa data d’inizio: il primo novembre 1944. A Leicester Donald Watson, un insegnante inglese, fondò la Vegan Society. Ha fondato il movimento con un gruppo di persone fuoriuscite dalla Vegetarian Society, che era nata nel 1847 sempre in Inghilterra. Vegetariani e vegani si erano divisi proprio sul tema dei diritti degli animali: per i secondi anche l’allevamento costituiva una forma di violenza nei loro confronti. A distinguere la filosofia vegana da quella vegetariana c’era una diversa concezione del valore delle vite degli animali. A questo proposito si parla di antispecismo, un termine con cui si indica un sistema di pensiero che non ritiene gli animali inferiori all’ uomo solo perché manca tra loro un legame di specie, tutte le specie animali viventi sono moralmente uguali e hanno pari dignità.
Cosa dice la scienza
Insieme alla questione dell’uguaglianza tra uomini e animali, i due punti principali su cui oggi si basano le argomentazioni dei vegani sono la maggiore sostenibilità ambientale delle diete cruelty free e le questioni di salute. Sono in molti a chiedersi se la dieta vegana faccia bene o, al contrario, abbia delle controindicazioni mediche. La risposta è piuttosto condivisa: mangiare vegano non fa male. Nella scelta degli alimenti però bisogna fare attenzione a garantire il giusto apporto delle sostanze nutrizionali necessarie ad un’alimentazione equilibrata. Difficile invece dire se la dieta vegana sia più salutare o meno di una dieta che prevede il consumo di carne e di derivati animali.
Il tema diventa ancora più delicato quando si parla di bambini. Infatti è proprio sull’ alimentazione vegana dei neonati che anche la comunità scientifica conserva maggiori diffidenze, soprattutto sulle alternative al latte materno. Lo svezzamento, invece, non sembrerebbe presentare particolari problemi, però si raccomanda ai genitori di informarsi a fondo e di farsi seguire da un pediatra che conosce l’alimentazione vegetariana e vegana. Eliminando numerose alternative tra i cibi che si possono dare ai bambini è richiesta una maggiore attenzione proprio perché il pericolo di sbagliare è più alto.
In fondo non esiste una buona o una cattiva cucina, quello che esiste e importa davvero è quello che più ci piace. Ciò che ci accomuna tutti, oltre alla necessità di nutrirci per vivere, è il piacere di gustare un buon cibo, meglio se in compagnia, perchè mangiare è uno dei piaceri della vita!
Fonti:
https://www.panorama.it/news/scienza/scelte-alimentari-perche-e-dura-essere-vegani/
http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/cibo_e_salute/2019/01/31/eurispes.html